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Bonus 110% fino al 2023 e estensione anche ai capannoni

Bonus 110% fino al 2023 e estensione anche ai capannoni

I bonus fiscali, una leva efficace per l’intera economia

È ormai quasi certo che superbonus al 110% e l’intera famiglia degli ecobonus, le detrazioni fiscali che vanno dal 50 al 65% messe in campo per la riqualificazione e ristrutturazione edilizia degli immobili, siano estesi per tre anni, fino almeno al 2023 e vengano estesi anche ai capannoni industriali.
L’annuncio è stato fatto da Martina Nardi, da poco eletta alla presidenza della Commissione attività produttive alla Camera..

Onorevole Nardi, sono in molti a chiedersi quanto durerà la misura, si parla già di possibili estensioni, sono proposte concrete?
Orientativamente dovrebbe durare tre anni, un tempo congruo per effettuare interventi sui condomini grandi. Il tempo iniziale era oggettivamente poco, ma una prima fase più “sperimentale” è necessaria per capire come la misura va a incidere sul bilancio dello Stato.

Già a luglio lei aveva proposto di estenderlo alle strutture alberghiere, sarà possibile che la misura sia allargata alle imprese?
Si ragiona su un ampliamento sia in termini temporali sia ad altre categorie. Sono convinta che sia necessario estenderlo sia alle strutture alberghiere che sono molto numerose nel nostro Paese, ma anche alle imprese e ai capannoni. Per capire se sarà possibile bisognerà ragionare su termini e margini economici, ma l’efficientamento del luogo di lavoro, in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo, è sinonimo di una migliore qualità del nostro vivere e della nostra salute e rientra anche in un piano di attenzione all’ambiente.

Che vantaggi porta il bonus alle aziende? È davvero l’occasione per ripartire soprattutto a livello locale?
Penso che dentro questa misura ci siano due scopi fondamentali: il primo è rendere più efficiente il nostro abitare, caratteristica che presuppone sia di migliorare la qualità della vita, ma anche dell’ambiente in cui viviamo intervenendo su una fonte potente di inquinamento dell’aria. Il secondo è un grande impulso al lavoro, soprattutto per le aziende locali. Il geometra di riferimento, il tecnico conosciuto, l’azienda con cui ho già collaborato, infatti, sono i primi contatti a cui si rivolgeranno le famiglie. Inoltre ci auguriamo che questo meccanismo stimoli altri comparti economici, chi ristruttura casa, infatti, potrebbe decidere di cambiare l’arredo o altre componenti del suo abitare.

Dal settore edile arrivano soprattutto perplessità. La prima riguarda l’effettiva liquidità delle imprese, la seconda il timore che possano esserci delle carenze di imprese. Sono problemi concreti?
Sicuramente c’è del vero, soprattutto per il secondo punto. In questi anni le imprese edili hanno pagato un prezzo altissimo per la crisi e ci sono meno aziende capaci di realizzare questi interventi, ma tutto questo può portare sia alla nascita di nuove aziende avviate totalmente da giovani, sia a un impegno maggiore in materia di formazione sulle tematiche green. Anche per questo c’è bisogno di tempo e l’estensione a tre anni aiuterebbe questo processo.
In relazione alla liquidità per le aziende ritengo che la novità vera del superbonus stia tutta nella possibilità di cessione del credito. Reputo che questa operazione sia il vero atto rivoluzionario e democratico, perché dà la possibilità a chiunque di poter accedere all’incentivo. Ci sono un po’ di criticità, in particolare da parte delle banche che non hanno ancora digerito e compreso che devono fare la loro parte, senza chiedere meriti creditizi; ma allo stesso tempo questo meccanismo potrebbe far nascere vere e proprie professioni dedicate.

Quando è previsto il boom dei lavori, l’apertura vera dei cantieri?
Nel 2021. Ora ci si sta attrezzando, ma con la primavera immagino un fiorire di cantieri .